Addio ai buoni pasto, bar e supermercati in rivolta: la minaccia è pesante

Nelle prossime settimane ci potrebbero essere novità importanti per quanto riguarda i buoni pasto: senza una riforma ad hoc, potrebbero rifiutarli

Un colpo di scena inaspettato per i lavoratori che usufruiscono dei buoni pasto: quasi tre milioni, tra pubblici e privati, ne beneficiano per assicurarsi così il pranzo.

buoni pasto

Ogni giorno così circa tre milioni di lavoratori, tra privati e pubblici, usano i buoni pasto per consumare il loro pasto. Ma senza una riforma ad hoc, il sistema potrebbe saltare in maniera definitiva con bar e supermercati, su tutti, che sarebbero sul punto anche di rifiutarli.

Come riportato dall’edizione de “Il Sole 24 ore”, il problema sarebbe nato dopo l’allarme di sei associazioni, come ANCD Conad, ANCC Coop, FIEPeT Confesercenti, Federdistribuzione, FIDA e Fipe Confcommercio che vogliono fare chiarezza su questo sistema con la richiesta di diminuire le commissioni arrivate a cifre importanti. I lavoratori, sia pubblici che privati, utilizzano così i buoni per mangiare nei bar, ristoranti, supermercati e in tutti gli esercizi convenzionati. Secondo una stima effettuata nel 2019, in Italia sono stati emessi 500 milioni di buoni pasto per un totale di 3,2 miliardi di euro.

Buoni pasto, ecco la richiesta dei sindacati

cena colleghi

In questo momento, le aziende del settore chiedono la riduzione immediata delle tasse imposte. I sindacati hanno così rivelato che “una volta scalati gli oneri di gestione e quelli finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati perdono circa 3mila euro”.

Il problema principale sarebbe il pagamento delle commissioni arrivando anche al 19%: così i vari presidenti dei sindacati hanno richiesto a gran voce una nuova riforma visto che un biglietto di 8 euro deve valere proprio la somma stabilita. Infine, hanno anche manifestato anche la volontà di arrivare a tempi definiti per il rimborso. I ristoratori e i titolari di vari esercizi hanno anche minacciato di non accettarli più.

Una rivolta scoppiata rapidamente che ha coinvolto anche già tutt’Italia con una richiesta unitaria. In questo periodo, dopo le gare al ribasso Consip, le commissioni sono aumentate a dismisura a partire dal 7-10% fino ad arrivare al 20%. Una situazione che andrà chiarita rapidamente per evitare altri scontri. Così ha preso anche la parola il presidente Fida, Donatella Prampolini che ha rivelato: “Questo è diventato un ricatto bello e buono. I pagamenti non sono istantanei con le aziende che offrono pagamenti a sette giorni solo in cambio di ulteriori rialzi delle commissioni”. L’obiettivo resta quello di cambiare tutto nella prossima gara Consip.

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