Emergenza idrica, che fine faranno le fontanelle, chiamate “nasoni”: notizia preoccupante

Emergenza idrica, ad avere la peggio i ‘nasoni’. Le fontanelle pubbliche potrebbero essere chiuse, ma è davvero necessario?

L’ondata di calore che sta attraversando l’Italia fa accendere i riflettori su un tema sempre ‘caldo’: l’emergenza climatica. DI questo argomento se ne parla sempre tanto ma ciò he viene messo in pratica sembra non essere mai abbastanza. Il Po ha raggiungo dei livelli minimi preoccupanti e tutti gridano all’emergenza.

 

Una volta lanciato l’allarme ci si domanda su quali siano le azioni che amministrazioni e governo hanno intenzione di prendere. In questi casi ci si muove parallelamente su due fronti: azioni di tamponamento mirate a fronteggiare l’emergenza nell’immediato e manovre politiche ben più ampie. Nel primo caso pare che i primi interventi riguarderanno i ‘Nasoni’, le fontanelle pubbliche.

Emergenza idrica, addio ai ‘Nasoni’

L’emergenza idrica, conseguenza della più ampia emergenza climatica, mette a rischio l’esistenza delle fontanelle pubbliche. Una delle azioni messe in atto dalle amministrazioni per fronteggiare questa crisi potrebbe essere la chiusura dei rubinetti delle fontanelle pubbliche. Non è chiaro se questa azione serva effettivamente.
Pare che il consumo di acqua (che non viene mai sprecata) delle fontanelle pubbliche sia veramente irrisorio e non abbia alcun impatto né sull’emergenza né su una eventuale risoluzione della stessa.

Le fontanelle con i rubinetti aperti rappresentano un vero e proprio bene pubblico inteso nel senso letterale del termine. Un’alternativa potrebbe esser quella di dotare le fonti di rubinetti in modo da poterne gestire meglio il flusso.
La decisione di interrompere il flusso di acqua delle fontane andrebbe anche controtendenza perché negli ultimi anni sono diventati dei simboli contro l’utilizzo di bottigliette di plastica sostituite dalle più trendy borracce da riempire in giro per le città.

Sapete qual è la città con più fontanelle pubbliche? Roma. La Capitale è dotata di circa 2.500 fonti che prendono il nome di ‘nasoni’. Ben 800 si troverebbero all’interno della città, nelle zone più battute anche dai turisti e distribuiscono acqua pubblica potabile e gratuita a romani e non. Una vera e propria ricchezza pubblica. Siamo proprio sicuri che interrompere questo tipo di servizio sia realmente necessario? Qualcuno storce il naso.

I nasoni sono facilmente individuabili tra le strade e le piazze della città. Prendono il nome dalla forma del tubo da cui sgorga l’acqua che ricorda appunto un naso molto lungo. I ‘nasoni’ sostituirono le teste di drago, fontanelle decorative antiche che adesso è praticamente impossibile trovare in giro per le strade.

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