Farà anche puzza, ma è tra le ricette più preziose: la funzione dell’antichissima pratica è incredibile

Puzzolente, ma pregiato, la funzione antichissima preserva questo prodotto: rituale tra le ricette più di deliziose!

Come fa un prodotto che puzza così tanto, ad essere realizzato con una delle ricette più preziose? La funzione antichissima è sfruttata tutt’oggi, e dimostra come dal passato si imparino tante cose. Ma perché si tratta di un cibo pregiato?

sfondo uomini antichi
Farà anche puzza, ma è tra le ricette più preziose: la funzione dell’antichissima pratica è incredibile- Mezzokilo.it

La dedizione, la modalità e il tipo di cibo, sono tutti elementi che ne determinano la preziosità.

È estraneo alle abitudini italiane, perché di origine nordica, ma non stupisce chi ha il palato fine, dato che non è la prima volta che si sente parlare di prodotti “particolari”. Basta pensare al gorgonzola, il formaggio la cui muffa è un valore aggiunto, o a quello con i vermi che in Sardegna è una ricchezza sia culinaria che per il palato, si chiama Casu Marzu.

In questo caso si parla di un cibo che oltre alla puzza, presenta un rituale particolarissimo. Prima di essere mangiato, si “seppellisce”, il termine Hákarl dice qualcosa? Termine estraneo per gli italiani, dato che affonda la sue origini proprio nella cultura vichinga. Ancora oggi questo prodotto si tratta allo stesso modo. Tra le ricette, questa preparazione realizzata con la funzione antichissima, è unica!

Ricette pregiate, come viene tramandata la funzione antichissima

Sotterrato nelle spiagge islandesi o nella ghiaia, lo squalo che nuota nelle acque della Groenlandia, è un prodotto pregiato, ma solo se… ha la muffa e puzza!

carne di squalo appesa
Ricette pregiate, come viene tramandata la funzione antichissima- Mezzokilo.it

Durante il riposo “quasi-eterno”, avviene una reazione quasi “alchemica”, che ha testimonianza fin dall’epoca vichinga. L’odore è così forte che ricorda l’ammoniaca, e dopo la sepoltura, lo squalo morto, si lascia essiccare per mesi finché non è pronto.

Si conserva per lungo tempo, e dimostra come gli islandesi e i loro progenitori vichinghi, siano stati abilissimi a trasformare pericoli e ambiente difficile, in una risorsa.

Snæfellsnes e Bjarnarhöfn sono località in cui provarlo, c’è anche il Museo dello Squalo. L’ingresso costa 1200 corone e si può mangiare la delizia.

Gli squali di Islanda e Groenlandia vivono centinaia di anni grazie al loro metabolismo lento, e sono pescati già dal 1300, ma non per la loro carne che “naturale” è tossica. Serviva il fegato che produceva un olio limpido, utile per le illuminazioni stradali di un tempo, e oggi consumato per la Vitamina D.

Nella carne ci sono sostanze antigelo tossiche per l’uomo, ma durante la fermentazione si convertono in ammoniaca, da cui poi sono spurgati. Non ha ossa, solo cartilagine, e la carne si taglia a filetti, ammucchiata in cassoni e messa a fermentare per 6 settimane in stanze ventilate.

Questa si fa seccare su graticci coperti all’aperto, restandovi per tutto l’inverno. Attorno alla carne, si realizza una “pellicina scura”, che non si mangia, ma protegge la carne da insetti e parassiti.

In passato, si accompagnava con pappa d’avena, realizzando una dieta ricca di proteine, grassi, vitamine e minerali. La pelle veniva usata anche come carta vetrata dato che è cosparsa da microscopici uncini.

Insomma un piatto… completo!

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